Valentino Rossi è ritenuto da molti il più grande pilota della storia del motociclismo.
Campione in pista e idolo dei tifosi fuori dai circuiti, Vale è stato uno degli sportivi più amati della storia italiana, un punto di riferimento per i centauri più giovani e modello a cui ispirarsi per le successive generazioni. Ripercorriamo insieme la carriera e i successi di VR46.
Valentino Rossi: origini e primi passi nelle moto
Valentino Rossi nasce a Urbino, nelle Marche, il 16 febbraio 1979. La sua origine è legata, come i più sapranno, alla città di Tavullia, in provincia di Pesaro – Urbino. Valentino è figlio di Graziano, anch’egli pilota del circus del motomondiale nei decenni ‘70 e ‘80 del XX secolo, pilota non particolarmente affermato che ebbe come miglior risultato della carriera un terzo posto nella classe 250 (nel 1979). Dopo la separazione tra i genitori Graziano e Stefania, la madre ha dato a Valentino un fratello minore, Luca Marini, che sta ripercorrendo le orme di VR46 e che oggi gareggia in MotoGP.
Il rapporto tra Valentino Rossi e le moto nasce fin dai primi anni di vita del futuro campione delle due ruote, anche se gli inizi sono segnati dal go-kart, per cui ottiene la licenza a soli 9 anni, dimostrando un talento precoce e una innata attitudine per il mondo delle corse. Passa quindi alle minimoto, cominciando a gareggiare presso la pista Motorpark di Cattolica, a pochi chilometri da Tavullia.

Nel 1993 esordisce in gara nel Campionato Italiano Sport Production. Tra il 1994 e il 1995 esordisce nei campionati Sport Production, Grand Prix italiani e nel Campionato Italiano Velocità della classe 125, aggiudicandosi quest’ultimo, prima di conquistare il terzo posto nella stessa categoria a livello continentale. Fin dagli esordi, Valentino mostra un talento cristallino, venendo etichettato come ‘predestinato’.
Gli esordi nel Motomondiale: la classe 125
Il 1996 è l’anno dell’esordio nel motomondiale: a 17 anni prende parte al suo primo campionato nella classe 125, guidando un’Aprilia RS 125 R del team privato AGV. Il 18 agosto, nel GP della Repubblica Ceca di Brno, si aggiudica la sua prima vittoria ufficiale. Chiude la sua stagione d’esordio al nono posto.
Nel 1997, Valentino conquista il primo dei suoi nove titoli iridati conducendo una stagione da dominatore assoluto, vincendo 11 gare su 15, di cui sei consecutive. A quel punto si fa inevitabile il suo passaggio in 250 per la stagione successiva.
Nella sua prima stagione nella classe intermedia, nel 1998, sfiora subito il colpaccio: chiude secondo con 21 punti di ritardo su Loris Capirossi e vincendo consecutivamente le ultime 4 gare. Il successo è solo rinviato e, nel 1999, Vale vince il suo secondo mondiale, il primo in 250, precedendo il giapponese Tōru Ukawa: a quel punto, Rossi è pronto al grande salto nella prima classe, la 500.

I primi trionfi in 500 e in MotoGP
Consolidando quello che diventa un vero e proprio schema performativo, Valentino Rossi esordisce nella nuova categoria di corse per poi aggiudicarsela l’anno successivo.
Nel 2000, Valentino chiude al secondo posto alle spalle dello statunitense Kenny Roberts Jr, pagando soprattutto il doppio ritiro registrato nelle prime due gare dell’anno in Sud Africa e Malesia. Il 9 luglio 2000 vince la sua prima gara in 500, trionfando nel GP del Regno Unito; il bilancio stagionale si chiuderà con due primi posti (l’altro lo conquisterà in Brasile nella terzultima prova dell’anno), tre secondi posti, cinque terzi posti, un sesto, un undicesimo, un dodicesimo posto e tre ritiri.

Il 2001 è l’anno della consacrazione e del tripudio della scuola italiana di guida: Vale vince il suo primo mondiale nella classe principale vincendo 11 gare su 16, staccando di 106 punti Max Biaggi e di 115 Capirossi, per un podio tutto italiano. Rossi fa così in tempo a vincere un mondiale nella classe 500 giusto l’anno prima che venga sostituita da una nuova categoria di moto: la MotoGP.
L’esordio della MotoGP coincide con il quarto mondiale vinto da Valentino Rossi, che nel 2002 diventa così il primo pilota della storia a trionfare in 4 diverse categorie. La stagione è segnata da un altro dominio del fuoriclasse di Tavullia, che delle sedici gare complessive ne vince undici, con quattro secondi posti e un ritiro, in Repubblica Ceca. I punti di vantaggio sul rivale Max Biaggi, alla fine, saranno 140.
Il passaggio alla Yamaha, la consacrazione della leggenda
Si apre così l’era del dominio di Valentino Rossi, che vince altri tre mondiali di fila tra il 2003 e il 2005, giungendo così a 7 titoli iridati. Il triennio è segnato da un dominio imbarazzante del campione marchigiano, che si mette alle spalle per due anni di fila lo spagnolo Sete Gibernau (2003 e 2004), quindi anche Marco Melandri (2005).
L’anno della svolta, per Rossi, è certamente il 2004, stagione che vede interrompersi il sodalizio tra lui e la Honda: Valentino, in cerca di nuove sfide, abbandona quella che ai tempi era considerata per distacco la moto migliore, dimostrando di poter vincere anche con un mezzo con inferiori potenzialità e riportando la scuderia di Lesmo a trionfare nella categoria principale dopo 12 anni (l’ultimo a riuscirci era stato Wayne Rainey nel 1992).
In quegli anni, si inaspriranno le rivalità con Max Biaggi e Sete Gibernau, che vedranno però sempre vincitore il genio di Tavullia, che raggiunge l’apice del proprio successo e acquisisce lo status di leggenda delle moto.

Il 2006 sarà per Valentino Rossi un’annata nefasta che si concluderà con il secondo posto in classifica generale, alle spalle dell’americano Nicky Hayden. Il campionato si apre con una caduta a Jerez de la Frontera (e quattordicesimo posto finale); seguiranno altre cadute e due ritiri dovuti a problemi tecnici che portano Il Dottore a perdere terreno in classifica. Riesce a rimontare grazia a una serie di successi, ma all’ultima gara di Valencia, che inizia da capoclassifica della generale, scivola e chiude tredicesimo, consegnando così il titolo a Hayden.

Nel 2007, Valentino Rossi subisce la carica di due nuovi talenti della classe regina, che lo scalzano in classifica relegandolo al terzo posto: Casey Stoner, che riporta la Ducati sul tetto del mondo, e Dani Pedrosa, prima guida ufficiale della Honda. Rossi chiude terzo, riuscendo comunque a diventare il pilota con più podi della storia nella classe principale del motomondiale.
Nel 2008, però, Rossi si riprende lo scettro dominando il campionato e chiudendo con 93 punti di vantaggio su Stoner. Il 14 settembre 2008, grazie al successo di Indianapolis, Rossi ottiene la vittoria numero 69 tra 500 e MotoGP, diventando il pilota più vincente della storia nella prima classe e superando Giacomo Agostini (che resterà primo per vittorie complessive tra tutte le classi di gara).
Il 2009 è l’anno dell’ultimo successo iridato per Rossi, che sopravanza di 45 punti il rivale e compagno di box in Yamaha Jorge Lorenzo.
L’ultimo decennio, le sconfitte, la sfortuna
Il 2010 di Rossi parte bene, con un primo, un terzo e un secondo posto, ma i sogni di gloria vengono interrotti bruscamente da un infortunio avvenuto durante le prove del GP del Mugello: Rossi cade, riportando la frattura scomposta di tibia e perone; nonostante l’eroismo dimostrato dal ‘Dottore’, che tornerà in gara benché ancora costretto sulle stampelle, gli sarà impossibile andare oltre il terzo posto finale, dietro a Jorge Lorenzo e a Dani Pedrosa.

Nel biennio 2011-2012 sposa il progetto Ducati, non riuscendo mai, però, a trovare il feeling con la desmosedici e buttando, di fatto, due stagioni, chiuse rispettivamente al settimo e al sesto posto. Proverà a vincere nuovamente, con la Yamaha, ottenendo però solo tre secondi posti consecutivi, tra il 2014 e il 2016.
Gli ultimi anni di corsa per Valentino Rossi non porteranno significativi successi e, dopo 5 stagioni senza particolari acuti, decide di ritirarsi al termine della stagione 2021, chiusa al diciottesimo posto.
Valentino Rossi e il numero 46
Fin dai primi anni di carriera, Valentino Rossi ha corso con il numero 46 sulle spalle, cifra che ha trasformato in un brand (VR46); la scelta è dovuta due ragioni: il 46, infatti, era stato sia il numero del padre quando gareggiava, sia quello del motociclista giapponese Norifumi Abe, cui Valentino dichiarò di ispirarsi e scomparso tragicamente a 32 anni a causa di un incidente stradale.

I soprannomi di Rossi: da Rossifumi a The Doctor
Nel corso della sua carriera, Valentino ha avuto diversi soprannomi: il primo fu Rossufumi, scelto in onore allo stesso Norifumi Abe. Seguì poi Valentinik, che venne usato durante il biennio in 250. Ma è sicuramente The Doctor l’appellativo più noto: il nomignolo fu scelto per via della straordinaria capacità del pilota di ‘curare’ le proprie moto e di valorizzarle, tirando fuori da esse il massimo potenziale possibile.
Vita privata: compagna, relazioni, altri progetti
Valentino Rossi non si è mai sposato. Durante la sua vita, sono molteplici i flirt che gli sono stati attribuiti, molti effettivi e qualcuno solo presunto. Tra le storie più note vanno citate quelle con Martina Stella, Elisabetta Canalis, Arianna Matteuzzi, Maddalena Corvaglia, Marwa Klebi e Linda Morselli. Oggi l’ex pilota è impegnato in una relazione con la modella Francesca Sofia Novello, da cui ha avuto una figlia, Giulietta, nata nel 2022.Oggi Valentino è un dirigente sportivo. Nel 2014 ha fondato la squadra motociclistica Sky Racing Team VR46, che ha cambiato nome in Mooney VR46 Racing nel 2022. Nel 2022 la squadra partecipa sia al mondiale di MotoGP (con guide il fratello Luca Marini e Marco Bezzecchi) e sia in 250 (con Celestino Vietti e Niccolò Antonelli).
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