Su quell’asfalto che sa di eterno e che racconta di Ayrton, l’ottavo titolo mondiale sembrava aver definitivamente girato le spalle a Lewis Hamilton.
Penalizzato dalla federazione e relegato sul fondo della griglia nonostante la pole del venerdì.
Lo davano per spacciato, ma al semaforo verde, Lewis scatenò tutta la sua ferocia. Spinto da un motore nuovo e dalla torcida brasiliana, nei pochi chilometri della sprint, rimonta quasi l’intera griglia; conclude quinto ma con ancora una penalità da scontare.
In gara partiva decimo, doveva compiere un’altra rimonta ma Lewis voleva quella vittoria a tutti i costi, lì nella terra del suo idolo; per Ayrton e per quella torcida impazzita per lui, la stessa che nel 2008 lo tempestò di fischi ma i tempi sono cambiati.
In una manciata di giri la sagoma della Mercedes raggiunge la testa della corsa e si affaccia minacciosamente negli specchietti di Perez. Lewis si sbarazza del messicano e si mette a caccia del compagno, Max.
Lo insegue a ruota, studia le traiettorie; dal box provano a parlargli ma Lewis è un mix di adrenalina e concentrazione, sembra mancargli il respiro e con lui anche i tifosi sulle tribune.
Tenta il primo attacco in fondo alla curva 4 ma Max tira la staccata e si trascina l’inglese nella via di fuga.
Passano ancora due giri, quanto basta per studiare ancora l’olandese, capire i suoi punti deboli e attaccarlo nuovamente nello stesso punto; Lewis chiude il sorpasso ancor prima di arrivare alla staccata e, nella bolgia di Interlagos, si prende la testa della corsa e scappa via.
Il boato dalle tribune accompagna il passaggio del sette volte campione sul traguardo.
Nel giro di rientro, un marshal a bordo pista gli porge la bandiera brasiliana che con orgoglio, sventola dall’abitacolo; sembra esser tornati indietro nel tempo, ai tempi di Ayrton.
La torcida in festa si riversa sotto il podio, sono tutti lì per Lewis che emozionato, si avvolge in quella bandiera che non ha mollato un secondo; il Brasile sembra avere un nuovo prediletto.
Una festa del genere non si vedeva dai tempi di Ayrton, modello ed ispirazione di quel bambino cresciuto tra mille difficoltà ma che ha sempre trovato la forza di rialzarsi, di non arrendersi mai.
Ancora, mi rialzerò. E l’ha fatto ancora una volta.
Nella terra di Ayrton, due anni fa Lewis vinceva una delle più belle gare della storia, come Ayrton.
Le fonti dei siti dal quale provengono le foto sono i seguenti: cnn.com – autoweek.com
